Per fortuna il reparto ha molte stanze vuote, in casi come questi noi ci diciamo “i bambini oggi stanno bene” e iniziamo il turno con in pizzico di serenità in più. AI primo piano ci sono tanti piccolini, con loro l'interazione non è così facile, però ti osservano con sguardo curioso e occhi spalancati e, tra una smorfietta e un sorriso accennato, Io capisci che sono con te. Ma è arrivato il momento di presentarci a Camilla, 3 anni, prima di tutto con il saluto della regina, che lei imita subito, e poi spiegando che la mia amica si chiama come la pasta attorcigliata e il mio amico che è stretto e lungo ha il nome di un dito, mentre io sono dritto e servo a tirare le righe. Camilla è perfettamente in sintonia con noi e dopo un bel po’ di risate assieme ci congediamo diretti alla sala giochi. Simone è di spalle, non ci vede, la nonna ci invita ad entrare ma appena lui ci vede fa cenno di no con la testa. Accidenti qui è dura, Simone non ci vuole, forse ha paura dei Clown, succede, non sarebbe la prima volta. E qui l’esperienza ci dà una grande mano, dopo 5 minuti di trattative, notando un leggero cedimento, Righello non perde l’occasione di entrare e distrarre Simone con dissertazioni surreali su un disegno che trova nella sala. Simone Io segue e non si accorge che Fusilla e Mignolo nel frattempo sono entrati e iniziano a farsi vedere. Tutto ok, tutto bene, Simone detto Sosò è ormai nostro amico a risponde con cenni chiari ai nostri giochetti. I suoi 4 anni non gli permettono ancora di parlare bene, ma per fortuna siamo entrati in sintonia e abbiamo passato un buon tempo con lui, guardandoci negli occhi e suonando assieme il carillon. Grazie Sosò, ci hai riempito il cuore.